CODICE ETICO

Premessa
In relazione all’inadempimento delle obbligazioni contratte dal soggetto a rischio di usura nei confronti dell’Associazione, al fine di contemperare le giuste aspettative dell’Associazione al rispetto degli obblighi dell’assistito con le peculiarità dell’intervento e le finalità ultime dell’Istituto, si rende necessario formalizzare ed approvare un codice di comportamento del Consiglio Direttivo che regoli le attività da mettere in essere al fine di garantire una gestione efficiente ed etica di codeste evenienze.

Valori Etici
Il Consiglio Direttivo considera la propria reputazione e credibilità una risorsa essenziale da mantenere e sviluppare nei confronti di tutti i portatori di interessi, ovvero di coloro che contribuiscono o che hanno, comunque, un interesse al conseguimento della missione dello Sportello. Si ritiene fondamentale che responsabilità e correttezza siano i punti fermi nei comportamenti verso tutti i portatori d’interessi, valorizzando la trasparenza nello svolgimento delle proprie attività e promuovendo l’adozione di comportamenti in linea con il principio di etica professionale.
Per “etica professionale” si intende la consapevolezza dell’importanza dell’esistenza delle norme di comportamento che orientano all’attività svolta dallo Sportello ovvero quando non è importante solo il fare ma anche il come fare.

I principi che informano l’attività dell’Associazione e la condotta da tenere
Per quanto riguarda l’attività di indagine ex ante, l’Associazione ritiene, pur riconoscendo l’importanza della predisposizione delle garanzie volte a responsabilizzare il soggetto interessato in ordine alla puntuale restituzione di quanto preso a mutuo, di non poter precostituire mezzi di assolvimento dell’obbligo troppo costrittivi, potenzialmente dannosi e comunque non dissimili da quelli tristemente noti alle vittime potenziali e reali del fenomeno che si vuole combattere.
Ai fini della valutazione delle domande di assistenza pertanto, il Comitato di Valutazione per primo e poi il Consiglio Direttivo dovranno attenersi alle regole descritte nell’art. 7 del Regolamento con particolare attenzione a quanto previsto al n. 8 sub a) e b) in ordine al criterio di meritevolezza sociale che dovrà costituire il parametro orientativo nell’attività istruttoria, più che l’esistenza o meno di idonee garanzie per la restituzione delle somme richieste.
Questo perché il fine precipuo dell’intervento dell’Associazione è l’aiuto alle persone realmente in difficoltà e perciò meritevoli secondo i criteri descritti nel Regolamento, di tale aiuto.
La garanzia della puntuale restituzione, posto che i mezzi di intervento dell’Associazione sono limitati, deve essere quindi ricercata proprio in questa istruttoria relativa alla meritevolezza del soggetto da aiutare, al suo stato di bisogno, alla valutazione della situazione di pericolo nel quale si trova, alla sua moralità e alla sua condotta.
Il Consiglio Direttivo dovrà comunque tenere presente che i fondi pubblici a garanzia degli aiuti economici alle persone in difficoltà, possono essere impegnati alle seguenti condizioni previste dalle norme in materia:

  • esclusione del soggetto dal circuito bancario
  •  meritevolezza
  •  risoluzione del problema finanziario
  •  rischio di usura e/o sovra indebitamento
  •  capacità di restituzione

Tali condizioni di legge vanno contemperate, se possibile, con i principi etici.

Le garanzie
In osservanza dei suoi fini e in conformità allo spirito essenziale dell’intervento, l’Organo Deliberante dovrà in linea di principio astenersi, in relazione alle somme per le quali si è prestata garanzia, dal richiedente forme di obbligazione cambiaria, ipotecaria o fideiussoria, in quanto queste non si conciliano con i principi ai quali questa Associazione si ispira.
Le garanzie cambiarie, fideiussorie e reali infatti, richieste e ottenute dal soggetto aiutato in un momento di bisogno, mal si prestano ad essere azionate proprio per i loro caratteri formali e procedurali, efficaci nella pratica commerciale ma inadattabili alle particolari situazioni soggettive che l’Associazione deve affrontare con la sua azione.
Queste infatti lungi dal garantire il proseguimento dell’attività istituzionale, finirebbero inevitabilmente per fare dell’associazione un terzo polo di erogazione del credito insieme alle banche e agli usurai, senza considerare gli effetti devastanti che si subirebbero allorché le pur legittime azioni esecutive intraprese ai danni dei soggetti aiutati venissero esposte al pubblico in maniera distorta e frammentaria.
Il Consiglio Direttivo pertanto dovrà informare la sua attività all’esame approfondito e complesso delle singole situazioni di reale bisogno da valutare a mezzo del Comitato di Valutazione, che nella sua opera potrà avvalersi di ogni mezzo teso alla ricostruzione della situazione personale e familiare del richiedente così come previsto dall’art. 7 citato, ivi compresa la partecipazione all’istruttoria del Comune di residenza.
Il Consiglio Direttivo, nelle decisioni riguardanti l’erogazione di denaro o servizi, dovrà seguire il criterio della meritevolezza, dell’effettivo stato di pericolo in relazione al rischio usura, della moralità e della capacità di rimborso prospettica dell’assistito.
Ai criteri oggettivi usati dagli istituti di credito per la concessione di credito l’Associazione contrappone pertanto dei criteri soggettivi, che tengano conto del caso concreto, alla garanzia viene contrapposta la fiducia e al guadagno la solidarietà.
Il Consiglio Direttivo pertanto dovrà in linea di principio astenersi dal richiedere garanzie reali, personali o cambiarie, in quanto tutta l’attività dell’Associazione fronteggia un allarme sociale, è rivolta all’aiuto di persone in difficoltà e in pericolo di usura e non alla mera concessione di credito a tasso agevolato in concorrenza e in sostituzione del canale bancario.
Ogni valutazione della capacità di rimborso o della situazione patrimoniale deve essere contemperata con le finalità ultime dell’intervento e con la necessità per l’Associazione di veder rientrare le somme mutuate per poter continuare la sua azione di aiuto e di assistenza.
La moralità del soggetto richiedente, la peculiarità della sua situazione e la valutazione circa lo stato di pericolo costituiscono i fattori essenziali per la decisione, più che l’astratta capacità di rimborso o la sua situazione patrimoniale.
Questo principio non vieta al Consiglio Direttivo, proprio in ragione della soggettività della sua azione, di richiedere, in determinati casi, una firma di corresponsabilità ad amici o familiari del richiedente, al fine di responsabilizzare un nucleo di persone legate da vincoli di amicizia o parentela al puntuale adempimento delle obbligazioni sottoscritte.
Tale richiesta, perfettamente in linea con l’autonomia del Consiglio Direttivo nell’espletamento della sua funzione, non è in contrasto con le dichiarazioni di principio esposte in quanto la forza della garanzia per l’Associazione è misurata, più che dal numero delle firme ottenute, dalla consapevolezza del soggetto aiutato circa l’importanza sociale e personale dell’aiuto che ottiene, e dalla necessità di permettere all’Associazione di poter continuare ad aiutare altre persone nelle stesse condizioni di bisogno.

Riservatezza
Lo Sportello, in conformità alle norme vigenti, assicura la riservatezza delle informazioni in proprio possesso, curando che i propri dipendenti e volontari utilizzino le informazioni riservate, acquisite in ragione del proprio utilizzo, esclusivamente per scopi connessi con l’esercizio della propria funzione.
Lo Sportello, a tale scopo, adotta misure, sia fisiche che logiche, per tutelare la sicurezza dei dati e dei relativi documenti. Le procedure, i compiti, le responsabilità ed i presidi tecnico-operativi in materia di trattamento dati rientrano nella normativa in materia.
E’ preciso dovere del personale e dei volontari dello Sportello di mantenere la massima riservatezza nella diffusione di documenti e/o informazioni riguardanti l’attività svolta dallo Sportello stesso.
Per quanto riguarda gli strumenti e le applicazioni informatiche, ogni dipendente e ogni volontario sono tenuti ad osservare scrupolosamente quanto previsto dalle norme vigenti in materia di privacy.

Rapporti con le Istituzioni Pubbliche
I rapporti con le Istituzioni e gli Enti Pubblici in genere, sono tenuti dai soggetti preventivamente autorizzati o che ricoprono cariche sociali all’interno dello Sportello.
In ogni caso, i comportamenti degli Organi Sociali, dei dipendenti e dei volontari dello Sportello nei confronti della Pubblica Amministrazione devono ispirarsi alla massima correttezza e trasparenza nel rispetto dei reciproci ruoli, escludendo ogni comportamento e/o atteggiamento volto ad influenzare impropriamente e indebitamente l’operato.
Lo Sportello collabora con le varie Amministrazioni Comunali, Provinciali e Regionali, dando scrupolosa e piena osservanza alle loro disposizioni, assicurando il completo accesso alle informazioni richieste dagli Organi preposti a funzioni ispettive e ampia collaborazione nel corso delle procedure istruttorie.

La comunicazione esterna
Rapporti con i media
La gestione delle relazioni con i mezzi di informazione è curata dal Consiglio Direttivo secondo criteri di condotta improntati a principi di trasparenza, correttezza e tempestività.
Tutti gli altri dipendenti e volontari, a meno che non siano specificatamente delegati dal Consiglio Direttivo, non devono fornire informazioni di qualsivoglia natura relative a pratiche in istruttoria a rappresentanti della stampa e dei mass media in genere, né avere con questi alcun tipo di contatto volto alla diffusione di notizie riservate, avendo cura di trasferire alla funzione competente qualsiasi richiesta pervenuta in tal senso.

Modalità di attuazione
Comunicazione e formazione
Lo Sportello si impegna ad assicurare la massima diffusione del Codice Etico con l’obiettivo di sviluppare la consapevolezza sul valore dell’etica e sulla necessità di tenere comportamenti conformi alle regole stabilite.
Ciascun dipendente e volontario dello Sportello sarà posto a conoscenza delle previsioni contenute nel presente Codice.

Sistema disciplinare
L’inosservanza delle disposizioni stabilite nel Codice Etico è considerata una infrazione ai principi deontologici e ai doveri di correttezza.
Ogni presunta violazione rilevata dal personale dipendente o da volontari deve essere prontamente segnalata, al Consiglio Direttivo che, valutatane la fondatezza, in contradditorio con l’interessato, valuterà gli opportuni provvedimenti.
Per quanto riguarda i volontari esterni, ogni violazione costituisce fonte di responsabilità individuale e come tale potrà essere sanzionata secondo le previsioni della normativa di riferimento.

Organi Amministrativi e di Controllo
Per la disciplina di eventuali violazioni poste in essere da esponenti del Consiglio Direttivo si rinvia alla normativa dello Statuto dell’Associazione.

Approvazione ed aggiornamento
Il Codice Etico è approvato con delibera del Consiglio Direttivo dell’Associazione in attuazione dei compiti di indirizzo e coordinamento attribuiti dallo Statuto.
Eventuali modifiche del presente Codice Etico dovranno essere valutate e approvate dal Consiglio Direttivo dell’Associazione.

Roma, lì 6 ottobre 2011
Il Consiglio Direttivo

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